Il 29 luglio uscirà il primo dei due speciali a colori dedicati a Rat-Man. Tutti noi siamo trepidanti nell’attesa di mettere le mani su questo nuovo prodotto Panini e a chi potevamo chiedere lumi se non al nostro editor preferito? Qui un intervento di Andrea Plazzi, reduce dall’ultima avventura di Rat-Man (stabilite voi quale!).

 

Ho tra le mani il primo numero di Rat-Man Color Special, fresco di stampa e non ancora partito per le edicole, e posso dire che il risultato è molto, molto soddisfacente.
Si tratta di un progetto pensato e nato appena in tempo per uscire nel corso dell’estate (il che è tradizionalmente molto importante) e i tempi con cui è stato organizzato sono stati veramente ristretti.

Siamo stati fortunati (o anche bravi, se mi è consentito) perché abbiamo potuto contare su:
1) uno staff di coloristi già esperti ma anche nuovi a Rat-Man e al suo mondo, che si sono dimostrati molto disponibili e professionali nell’adattarsi alle esigenze particolarissime del Ratto (di cui Leo e il fratello Lorenzo sono i massimi custodi);
2) il coordinamento e la supervisione artistica di Lorenzo Ortolani, magnus pictor del caso e depositario dell’ortodossia cromatica del Ratto.
Lorenzo colora da anni le copertine di tutte le edizioni dei fumetti di Leo e assieme a lui, da bravo fratello, costituisce non solo un team artistico e professionale affiatato e rodatissimo ma anche un “think tank” creativo che di volta in volta affronta e risolve i problemi legati alle varie produzioni ortolaniane.
Come – per esempio – rispondere alla fatidica domanda: «Come si colora Rat-Man?»
Si trattava, in altre parole, di mettere a punto e di trasmettere in pochissimo tempo a numerosi coloristi la “filosofia cromatica” dell’operazione, fino a quel momento presente unicamente nelle teste e nella tavolozza dei due Ortolani: un tipo di approccio che, dimostrandosi all’altezza degli standard estremamente sofisticati e dal sapore “tecnologico” impostisi negli ultimi anni per la colorazione dei fumetti (dalla Image degli anni Novanta a Monster Allergy, passando per PK), non tradisse l’apparente semplicità del disegno di Leo e non “assediasse” le pagine con una varietà cromatica eccessiva.
Una sorta di via di mezzo tra una colorazione piatta vecchio stile (oggi improponibile ma che tanti fumetti, nella loro tradizionale “povertà”, spesso evocano) e le tendenze a volte eccessive di cui sopra.

C’era inoltre il problema di affidare a più mani i colori di un’unica pubblicazione, una cosa sempre e comunque sconsigliabile ma inevitabile a causa dei tempi ristretti: il rischio maggiore, in questi casi, lo corrono non tanto la qualità in sé quanto l’omogeneità degli stili e degli assortimenti cromatici (o “palette”) delle singole storie.
E se pensate che quando più persone lavorano a una stessa storia questo può accadere anche da una pagina all’altra…
Tanto per darvene un’idea, non sarebbe simpatico che nel corso della stessa scena, da un’illuminazione in penombra si passasse senza alcun motivo a una luce abbacinante.

In questo, il ruolo di Lorenzo Ortolani come coordinatore-supervisore del lavoro altrui è stato insostituibile, sia per la sua esperienza che per la chiarezza con cui era in grado di indicare – tecnicamente e concretamente, oltre che artisticamente – le soluzioni giuste agli altri coloristi.
Oltre naturalmente che per la colorazione che ha curato in prima persona di una storia in ciascuno dei due Rat-Man Special (a proposito, non l’ho ancora detto: escono in agosto e in settembre).
Crediamo di essere riusciti non solo a produrre un’edizione assolutamente interessante e di buona qualità ma soprattutto a impostare il lavoro per il futuro, in modo che se la serie dovesse proseguire (come naturalmente ci auguriamo) si ritroverebbe già avviata sui binari giusti.
Il merito è davvero di tutte le persone coinvolte nel progetto, che si sono impegnate al massimo.
Spero che non sembri troppo retorico ma quando ci vuole ci vuole, perché stavolta è proprio vero.

Semplicemente Plazzi

P.S.: il plurale non è majestatis; sta per «Leo, Lorenzo, tutti gli altri – numerosissimi – coloristi, lo staff dell’ufficio produzione della Panini e il sottoscritto».