Anche i ratti parlano

(da Rat-Man Collection n. 57)

La voce conta. Immaginatevi se la vostra anziana e contorta prof di mate del liceo avesse avuto un timbro alla Samantha Fox: non sareste forse tutti laureati alla Normale di Pisa grazie alla passione che ella avrebbe saputo infondere ai vostri studi? E se lo spaventoso Darth Vader avesse la voce di Luciana Littizzetto anziché quella del suo doppiatore italiano Massimo Foschi, risulterebbe altrettanto carismatico? Anche le vocine che spesso ci parlano nelle nostre teste hanno un tono stridulo e noioso, e sarebbero molto più credibili se, per esempio, avessero un bel timbro caldo e profondo alla Sean Connery. Invece così a volte sanno essere davvero fastidiose.
E la voce di Rat-Man, voi come la immaginate? Calda e suadente? Stridula e petulante? Nasale? Gutturale? Tenorile? Ruttoriale?
Qualunque cosa vi suggerisca la vostra immaginazione, presto avrete se non altro la dimostrazione di come la voce di Rat-Man se la immagina il suo papà, che è uno che per il mondo del doppiaggio ha da sempre nutrito una passione che va ben al di là della semplice conoscenza superficiale: Leo, per intenderci, è uno che al cinema riconosce al volo chi doppia questo o quel personaggio e che si accorge subito se il doppiaggio fa acqua o se è eseguito a regola d’arte. E Leo, giusto per non tradire le attese, ha scelto un vero e proprio Supereroe per doppiare la sua creatura: un Supereroe con un fisico massiccio, capello selvaggio, sguardo impavido e una voce decisa alla Jean-Claude Van Damme.
Già, perché (parola di Leo) solo un Supereroe può ergersi senza timore di fronte all’implacabile giudizio del pubblico, che sappiamo essere sempre un po’ rompiballe sulla voce dei personaggi!
Il Supereroe che presterà la sua voce a Rat-Man risponde al nome di Andrea Ward, cognome di spicco del doppiaggio italiano nonché garanzia di qualità sopraffina (tra i personaggi doppiati da Andrea: il già citato Van Damme, David Duchovny, Goku di Dragon Ball e Andrea solo sa quanti altri. Andrea si concede gentilmente ai nostri microfoni prima di gettarsi dal grattacielo per salvare il mondo. Ne approfittiamo: il mondo può attendere.

Sin dai primi vagiti della serie animata, uno dei primi interrogativi ad affollare le menti di addetti ai lavori e fans riguardava la voce da attribuire al nostro Ratto preferito. Ci racconti come hai fatto a convincere Leo che il migliore Ratto possibile eri tu?
Non è stato necessario convincerlo: quando ci siamo incontrati io l’ho guardato negli occhi, commosso ho aperto le braccia e ho urlato “PAPÀ!”.
Scherzi a parte, Leo ci ha dato delle indicazioni di massima sul tipo di voce che avrebbe voluto per la sua straordinaria “creatura” e sulla base di quelle sono stati fatti vari provini con attori-doppiatori professionisti. Io mi sono buttato nella mischia, i file audio sono stati attentamente esaminati da Leo… che ha scelto…

Com’è stato l’impatto con Rat-Man? Su cosa avete lavorato con Leo per caratterizzare la voce del Ratto?
L’impatto è stato senza dubbio positivo… Conoscevo Rat-Man perché i miei figli sono suoi fans sfegatati! Il suo particolare umorismo mi ha intrigato da subito e non è stato assolutamente difficile, grazie anche alle indicazioni di Leo e di Massimo Montigiani (il regista della serie), entrare nel personaggio. Ora anche io mi sento un po’ Rat-Man… Ma che dico? Io SONO Rat-Man!

E com’è stato lavorare fianco a fianco con Leo? È vero che è così perfezionista che nella puntata dove Rat-Man fa l’eunuco alla corte dell’Imperatore ha preteso i tuoi genitali su un vassoio di argento?
A parte i colpi di frusta e le torture, devo dire che lavorare al fianco di Leo è stato piacevole… ma questo anche per via della mia tendenza al sadomaso. Su un vassoio di argento? No, il vassoio non lo ricordo…

Per Rat-Man hai dovuto parlare, urlare, cantare, recitare, fischiettare, grufolare, spernacchiare… C’è una puntata in particolare che ha messo a dura prova le tue doti recitative?
Perché, vi risulta che abbia recitato? Io sono così!

Puoi citare (a noi, non in tribunale) qualcuno dei tuoi compagni di questa avventura? È vero che ci saranno nomi famosi del doppiaggio italiano?
Sono tutti nomi famosissimi del doppiaggio italiano! Ambrogio Colombo-Brakko, Oliviero Dinelli-Arcibaldo, Saverio Indrio-Krik, Alessandra Cassioli-Clara, Dante Biagioni-Doc… e poi tra i protagonisti di episodio ho avuto a fianco Anthony Hopkins, il Gladiatore… ehm, scusate, Dario Penne, Luca Ward…

Cosa ne pensi dei doppiaggi eseguiti da vip che non vengono dal “vostro” mondo professionale (e qui tutti proveranno un brivido lungo la schiena pensando alle performance di Sgarbi e La Russa nei Simpsons…)?
Ehm… dunque… be’, ecco… Posso avvalermi della facoltà di non rispondere?

Tu che sei anche il doppiatore di Van Damme, che attore sceglieresti per interpretare la parte di Rat-Man se il Ratto dovesse approdare ad Hollywood?
Non potrei che scegliere LUI… l’unico, l’insostituibile, il sommo LEO ORTOLANI!

L’Oscar-ratto non glielo toglierebbe nessuno!

Sappiamo che la tua dolce consorte Cristina ha curato la spinosa questione dell’adattamento dei dialoghi alla sincronizzazione e al testo originale… Vista la fortuna che abitualmente porta il Ratto, state ancora insieme?
Stiamo attraversando un momento di crisi… Il fatto è che Cristina non riesce a dissociare Rat-Man da Andrea Ward… Ora, non so se è ancora innamorata di Andrea Ward o se ha perso la testa per Rat-Man…

Levaci una curiosità… Ti è mai capitato di doppiare un film in stile “Stantuffami”? Se sì, hai avuto difficoltà ad entrare nel personaggio?
Nel mio no… in quello da stantuffare… qualcuna!

Una volta a dieci anni abbiamo girato e doppiato un filmino in super otto. Anche a voi scoppia la ridarola e non riuscite più ad andare avanti?
Con Rat-Man la ridarola scoppia dall’inizio alla fine… e prosegue fino a notte inoltrata!
E sì, ci capita spesso… Ci divertiamo a storpiare le battute, e tanto è più seria la situazione da doppiare tanto sono più “pesanti” le battute… e lì si inchioda il turno!

Come fate a leggere il testo e guardare lo schermo contemporaneamente? Lo imparate a memoria o avete gli occhi indipendenti come i camaleonti?
Occhi indipendenti come i camaleonti e ingessati sul posto. Niente testo a memoria… Il doppiatore è quasi un improvvisatore! Del film che si va a doppiare non si sa niente fino a che non si arriva al turno. Lì, i direttori di doppiaggio più clementi ti danno qualche notizia sulla trama e sulle caratteristiche del personaggio. Altrimenti le indicazioni arrivano a mano a mano che si snoda il film…

E sapete anche cambiare colore?
Solo dopo i pasti!

Per finire, una domanda marzullesca: quanto del Ratto è entrato in te e quanto di tuo hai dato al Ratto?
Che dite? Il mio nome è RAT… RAT-MAN!!!

Michele Ampollini e Marcello Cavalli