Star Rats
Prima pubblicazione ottobre 1999 Seconda pubblicazione agosto 2003
Il lato oscuro della parodia
Ovvero, tutto quello che si nasconde dietro la realizzazione di STAR RATS, vi sarà svelato nelle prossime pagine, dove scoprirete che per realizzare la parodia di STAR WARS non basta usare la forza!
La fortuna di avere un palindromo
L’idea di realizzare la parodia della prima (e unica) trilogia di Star Wars è nata dalla scoperta di avere un palindromo. Mi ricordo che non riuscivo a dormire bene, ero sempre nervoso e irrequieto. I sintomi erano proprio quelli. Avevo un palindromo! Cioè una parola, o un gruppo di parole, o una frase che si possono leggere da sinistra verso destra e viceversa.
STAR RATS! Quella scoperta, quasi casuale, che la parola “star”, letta al contrario, dava “rats”, ratti, diede l’impulso creativo a tutta la storia. Non poteva essere un palindromo casuale! Era come se una parodia del Rat-Man ambientata nel mondo di Star Wars aspettasse, nel buio della mia mente, dal 1977, anno in cui uscì Star Wars, il primo film. Ventidue anni dopo, nel 1999, solo per avere scoperto quel titolo, mi misi a pensare alla storia che STAR RATS avrebbe potuto raccontare.
Un titolo non fa primavera
Avere trovato un buon titolo, non significava avere trovato una buona storia, ma era già qualcosa.
Nell’organizzare il lavoro, mi rendevo conto che stavo maneggiando nitroglicerina, cioè una religione cinematografica, e i suoi adepti avrebbero potuto giudicare la mia parodia un’insopportabile mancanza di fede. Ma io avevo un asso nella manica. Ero anch’io un adepto.
Non un ortodosso, perché mi avevano visto più volte inginocchiato nella cattedrale di Star Trek, ma comunque un devoto, anche perché in vita mia, il primo film che avevo visto al cinema era stato L’IMPERO COLPISCE ANCORA, il secondo capitolo dei film di Star Wars.
Mi misi al lavoro.
Se STAR WARS, il primo film, era una favola, una storia del bene contro il male, con una principessa, un giovane cavaliere e un drago, la Morte Nera, allora anche STAR RATS sarebbe stata una favola.
Le prime idee, raramente sono quelle giuste, ma bisogna passare attraverso di esse perché tracciano la strada da seguire. All’inizio sviluppai una trama sdolcinatissima, che al confronto i romanzi d’amore sembravano articoli scientifici sullo sdoppiamento della cellula.
In quella prima stesura, si raccontava la storia di un Uomo Nero che vaga per la galassia con un’enorme astronave alla ricerca dell’amore.
L’Uomo Nero è una sorta di oscuro scienziato, che rapisce le ragazze innamorate per studiarle come cavie, nel tentativo di carpire il segreto dell’amore.
Così, quando la principessa Theila si innamora di Rat-Man, l’Uomo Nero la porta a bordo della sua astronave e Rat-Man cerca di salvarla, facendosi aiutare dai vecchi cavalieri sparsi per la galassia.
Rat-Man si allena per diventare anch’egli un cavaliere, e per poter affrontare l’Uomo Nero, ma una volta giunto allo scontro finale, si dimostra un incapace.
Quando tutto sembra perduto, dalle profondità dello spazio arriva un’altra astronave simile alla prima, con a bordo una Donna Nera! L’Uomo Nero e la Donna Nera si innamorano tra loro, le due astronavi allora si uniscono, e si scopre che erano le due metà di un enorme cuore spaziale, e si allontanano felici tra le stelle.
Talmente dolce, che ogni volta che la racconto, poi devo andare a lavarmi i denti.
Fortunatamente, la seconda volta è andata meglio, mi sono tenuto più fedele alla trama dei film, e ho iniziato a scrivere di getto la storia dei Rat-Men, i ratti stellari che si tramandano la maschera con le orecchie da topo di generazione in generazione, e che attraverso il loro ultimo rappresentante, il giovane Granello, del pianeta Desertia, dovranno riportare la pace nella galassia, sostituendosi ai Cavalieri dell’Oroscopo, che invece hanno fallito nell’impresa.
Non solo ratti
Quanto spazio c’è, in una storia ambientata nello spazio infinito?
Se la storia è di sole 48 pagine, non ce n’è molto.
Dovendo scegliere i personaggi, sulla base di quelli presenti nei film, era impossibile riuscire a utilizzarli tutti, con il rischio di usarne tanti e male. Pochi ma buoni, è la formula che di solito uso in ogni mia storia. Concentrare l’attenzione su pochi personaggi mi consente di svilupparli meglio, avendo più spazio (appunto) per raccontarne le vicende, e per renderne più sfaccettata la psicologia.
Forse ne uso pochi perché devi essere mostruosamente bravo, per muovere decine di personaggi in una storia, e io sono solo mostruosamente.
È stato divertente vedere, all’inizio, quale personaggio del mondo di RAT-MAN avrebbe potuto interpretare un personaggio del mondo di STAR WARS.
Granello
È l’eroe, è il Rat-Man senza maschera, che la eredita una volta raggiunta la maggiore età. Il suo nome deriva dalle distese sabbiose del pianeta su cui vive, ma all’inizio avevo scelto per lui altri due nomi. Il primo era “Fortunato”, con chiari intenti ironici, mentre il secondo, su cui ero più orientato, si trova nella prima stesura della sceneggiatura, dove OBI-CIU’, il vecchio mentore che ho poi ribattezzato ALDO UAN KEBALDO, dona al ragazzo la maschera del Rat-Man:
(Di spalle, un ragazzo osserva il panorama deserto del pianeta): “La mia storia inizia qua, nella modesta dimora di Obi-Ciù, un vecchio cavaliere dell’Oroscopo sfuggito alle grinfie dell’Imperatore. I miei genitori sono morti che ero appena nato e Obi-Ciù mi ha allevato. E’ una persona con poca fantasia, ma molto buona e gentile. Tutto quello che ho, me lo ha dato lui, compreso il nome.”
(Voce fuori campo di Obi-Ciù): – Vieni qua, ORFANO!-
Principessa Theila
La dolce fanciulla in pericolo, innamorata di Granello. Non poteva che essere la versione spaziale di Thea, l’eterno amore di Rat-Man. Il loro è un destino scritto nelle stelle.
Lord Valker
C’è una nemesi migliore per Rat-Man di Jan Valker? Un lettore, dopo l’uscita di Star Rats, mi suggerì che avrei potuto utilizzare anche il Ragno, ma a conti fatti, non poteva essere che lui, Jan Valker, la perfetta replica di Darth Vader!
Considerando il numero di bozzetti realizzati, trovare un casco che richiamasse quello di Vader e contemporaneamente crearne uno diverso, è stata una delle cose più difficili di tutta la parte grafica!
Aldo Uan Kebaldo
Aldo Uan Kebaldo, il vecchio Cavaliere dell’Oroscopo che si prende cura del piccolo Granello fino alla sua maggiore età, non poteva che essere Arcibaldo, il fedele maggiordomo di Rat-Man. C’è stato tuttavia un momento, in cui anche il capitano Krik avrebbe potuto diventarlo, con il nome di Obi-Krik.
Brankio Karnissian e Woki
La coppia di avventurieri che aiutano Granello a liberare la Principessa Theila ha visto Brakko aggiudicarsi immediatamente la parte non di Han Solo, bensì del nero Lando Carlissian, il primo proprietario dell’astronave Millenium Falcon. Il ruolo di Chewbacca è stato invece disputato da una versione gigante di Cioppy, il cane meteorico di Rat-Man e da una versione permanentata di Cinzia, il postino transessuale innamorato di Rat-Man.
Su entrambi, con naturalezza, ha prevalso Svarzeneggher, il cane di Brakko, qua in versione eretta e con classica cintura a tracolla!
Jodel, Jarma, l’Imperatore e Piro-piro
Ogni altro personaggio è stato aggiunto senza darne particolari interpretazioni attraverso i personaggi del Rat-Universe. Una curiosità, a tal proposito, è data dal già menzionato Cioppy, che, oltre alla sua candidatura come Chewbacca, ha fatto inizialmente dei “provini” per sostenere anche le parti del saggio Yoda e di Jabba the Hutt.
Il Saggio Yoda è diventato il Saggio Jodel, e come nella prima trilogia di Star Wars, è stato interpretato da un pupazzo animato dallo studio di Jim Henson, Jabba the Hutt è diventato Jarba, trascinando indietro nel tempo orde di trentenni che hanno conosciuto Barbapapà e l’Imperatore è stato sostituito con un vecchietto, incattivito dalla minima e dalle code in Posta, che utilizza una poltrona per disabili.
Menzione a parte la merita Piro-Piro, il piccolo robot di Granello, destinato a recitare un ruolo fondamentale nella vicenda di Star Rats.
Inizialmente, avevo previsto che entrambi i robot della saga stellare, C3PO e R2D2 comparissero al fianco di Granello nei loro corrispettivi parodistici, interpretati dall’Omino di Latta del Mago di Oz e da una lavatrice con oblò.
Successivamente, sempre per motivi di spazio narrativo, la controparte di C3PO è stata eliminata, perché con Granello avevo già un caratterista comico da affiancare al piccolo e serio R2D2, e R2D2, diventato Piro-Piro, ha assunto l’aspetto del mio bidone aspiratutto, che aveva le rotelle e poteva spostarsi, entrando a fare parte del cast dei protagonisti veri e propri!
Una storia alla velocità della luce
Credo che STAR RATS sia stata la storia più veloce che abbia mai realizzato. Scriverla è stato un vero piacere, è uscita dalla penna come di getto. Di solito faccio sempre fatica a trovare le battute, ma con Star Rats ogni cosa sembrava che, alla pari del titolo palindromo, aspettasse da tempo di essere scritta, e fosse semplicemente girato l’angolo del cervello.
Anche la velocità con cui l’ho disegnata è stata insolita. Generalmente sono veloce, riesco tranquillamente a realizzare tre tavole complete al giorno, ma in questo caso sono passato a cinque tavole al giorno, 48 tavole in dieci giorni, matitate, inchiostrate e retinate.
L’undicesimo giorno ero a letto con la febbre.
Mai sottovalutare un palindromo!
Per poter sostenere il ritmo di 5 tavole al giorno, ho utilizzato diversi trucchi, che forse possono interessare a chi si diletta nel disegno e nella realizzazione di storie a fumetti.
Un primo, classico espediente, usato soprattutto quando la scena viene ripetuta per diverse vignette, è quello di fotocopiare una sola vignetta e di lavorare sulle copie successive , cambiando solamente un’espressione del viso, un movimento.
Bonvi, ad esempio, era un grande fotocopiatore. Oppure provate a leggere una storia di Sam e Twitch su SPAWN.
Questo non è un espediente dettato dalla pigrizia, come si potrebbe subito credere, ma un preciso artificio utilizzato allo scopo di concentrare l’attenzione dei lettori sui cambiamenti di un unico elemento, perché è quello verso cui di solito converge, nel mio caso, la battuta finale.
Un chiaro esempio è la scena iniziale dove Granello apre e chiude gli occhi, sperando che Aldo Uan gli regali una spada folgorante, o la scena finale, in cui Rat-Man siede a osservare il tramonto con tutta la famiglia.
Un esempio particolare di questo stratagemma è la scena in cui l’astronave di Brankio vola nel canale di Oscuria, inseguito dalle astronavi dell’Imperatore. Una volta realizzato e fotocopiato più volte lo sfondo, a parte ho realizzato le immagini delle astronavi, che ho poi sovrapposto allo sfondo già pronto, come se fossero i modellini in un vero film di fantascienza.
Un altro espediente che uso tantissimo, è sempre riferito a scene ripetute in più vignette, ma più movimentate. In questo caso, realizzo un bozzetto dell’intera vignetta e poi lo ricalco con la lavagna luminosa (leggi: attacco il bozzetto alla finestra e poi ci appoggio sopra il foglio), modificando direttamente sul foglio le parti che lo richiedono.
Parecchie scene vengono ottenute in questo modo, e anche alcune vignette singole particolarmente impegnative, vengono disegnate a parte, e poi ricalcate.
Infine, vi svelerò il trucco più formidabile per realizzare in poco tempo una storia: lavorare 12/14 ore al giorno.
Peccato che ultimamente non mi riesca più di andare oltre le 10. Starò invecchiando?
Altri trucchi sono al momento nella fase di studio, ma comportano problemi di natura etica, come la schiavitù, e di natura morale, come la clonazione umana.
Il futuro di Star Rats
Cosa dicono le stelle sul futuro di Star Rats?
L’albo che avete tra le mani è stato pubblicato nel 1999, in occasione dell’uscita del primo film della nuova trilogia di George Lucas. Sempre in occasione di quell’evento, realizzai anche una piccola storia di otto pagine basata sui nuovi personaggi della saga, in particolare su Darth Maul, trasformato in DARK MOUSE, una sua versione meno fortunata. Di quanto, potete immaginarvelo considerando la fine fatta da Maul nel film.
Questo doveva essere il preludio a una nuova parodia, basata su ognuno dei film di Star Wars in uscita. Tuttavia, dopo averlo promesso per accattivarmi spudoratamente le simpatie del pubblico, con una mossa che ha fatto esclamare al Ragno “Io sono tuo padre!” , una valanga di altri impegni editoriali mi ha tenuto lontano dal progetto.
Avevo anche pensato di realizzare una serie di storie brevi incentrate sui cattivi, raccontando le nuove parodie attraverso i loro occhi, una serie che avrebbe potuto sostituire la serie di Venerdì 12 sulle pagine di Rat-Man Collection.
Qualunque sia il destino della nuova parodia, sia essa un nuovo albo di STAR RATS, che una serie a episodi, mi sono riproposto di lavorarci dopo l’uscita nelle sale di Star Wars-Episode 3, per avere a disposizione l’intera nuova trilogia su cui basarmi.
Questo accadrà nel 2005. Non prendete impegni.
Identificati!
Nella scena in cui Granello entra alla locanda di Jarba, sono ben visibili alcuni alieni tutt’altro che sconosciuti. Si passa dai “grigi” di Roswell, all’alieno di Metaluna, tratto dal film “Cittadino dello spazio” all’andoriano con le antenne di Star Trek.
Saggisti stellari
Nella scena della locanda di Jarba, ho inserito anche un apparizione del “nostro” Pier Giuseppe Fenzi, autore, insieme a Gianni Bergamino, di un esauriente saggio sulla saga di Guerre Stellari pubblicato dalla casa editrice PuntoZero nel 1999. Pier Giuseppe ha ringraziato per l’omaggio, ma ha sempre tenuto a specificare che, senza offesa per le mie capacità di caricaturista, lui in realtà è più bello!
Grazie, Topolino!
Non solo Rat-Man nasce come omaggio al ben più famoso e capace topo del fumetto, ma anche in questo caso, i ricordi delle stupende storie disegnate da Floyd Gottfredson, indimenticabile autore disneyano, mi hanno suggerito come sviluppare le “startroopers” di Star Rats. Il design dei soldatini-robot è infatti un omaggio ai bellissimi robot della storia “Topolino e le meraviglie del domani” della fine degli anni 40.
Tanto tempo fa, in una galassia vicina, vicina…