Il n. 48 di Rat-Man Collection, in uscita a maggio, sarà un numero veramente speciale. Da tempo si parla di questo progetto, ma oggi siamo in grado di dirvi qualcosa di più. A svelarci il tutto è Andrea Plazzi, il sommo editor di Rat-Man targato Panini Comics e ormai coprotagonista del Rat-universe. A lui la parola…

“Rat-Man & Friends”. Per mesi, nei corridoi della Panini questa formula misteriosa è stata sussurrata a voce bassa, con fare carbonaro, da poche e selezionate persone.
Più che poche una sola (indovinate chi?) perché gli altri si vergognavano.
“Ma cos’è, Rat-Man Vs. Panzarotti?” fa uno spiritoso. Il problema è che per un sacco di tempo non si è saputo come chiamarlo questo che in gergo è un “progetto speciale”, ed era un guaio, perché all’inizio proprio questo doveva essere, un albo speciale: quello con le prime storie di Rat-Man scritte e disegnate NON da Leo Ortolani (e finalmente ci siamo arrivati).

Ma un nome meno tragico e con meno echi tenorili non ne voleva sapere di saltare fuori e la preoccupazione aumentava. Poi la buona sorte e le leggi della fisica ci sono venute incontro, e l’albo è diventato il numero 48 della serie regolare, che esce a maggio e che conterrà anche una breve storia di Leo, e il titolo verrà da lì (e siccome è un titolo di Leo, è comunque meglio di un titolo non di Leo; e già che ci siamo, possiamo anche scriverlo, ‘sto titolo: “Rat-Men”; sì, con la “e”).
Le leggi della fisica sono quelle per cui la giornata ha 24 ore, anche quella di Leo: e siccome a maggio deve uscire anche Star Rats 2 (e tutti voi volete che esca, vero? Come dite? Più forte che non sento… “sìììì!!!”? Ok, così va meglio), tutt’e due non ci stavano neanche a spingere. Perché Leo è uno di quegli autori di fumetti di una volta, che i fumetti se li fa da solo, con la matita e il pennello, mica col computer (scusate, ma almeno una volta dovevo scriverlo, così, per divertirmi; questa sciocchezza l’ho sentita per la prima volta nel 1979 – quando “fatto col computer” era una frase che puzzava di leggenda urbana, oltre che di zolfo – e già allora faceva ridere).
Ma divago.

E non dimentichiamo la buona sorte, quella con la “C” maiuscola: Leo è laureato in geologia ma una volta si è perso sulle Alpi svizzere ed è finito a scavare granodioriti vicino al CERN. Risultato: anche lui si rende conto dell’esistenza delle leggi della fisica e avvalla la fatale decisione. Giubilo! (no, non la pizzeria delle storiche rat-pizzate 1998 e 1999) Esultanza! Tripudio! Finalmente siamo liberi da “Rat-Man & Friends”, che continuiamo tranquillamente a chiamare così, tanto non verrà mai stampato (fa fede il nome delle cartelle di almeno due computer interessati al progetto).

Adesso, così, per simpatia, potremmo anche premiare la buona volontà e la pazienza di chi ancora non ha smesso di leggere un articolo che non dice nulla, spiegando finalmente cos’è “Rat-Man & Friends”, oltre a quello che abbiamo già scritto, e cioè che sono le prime storie di Rat-Man scritte e disegnate NON da Leo Ortolani. Scritte e disegnate da chi, allora? Ma dai “Friends”, è chiaro. E non è solo una battuta scema, perché gli autori coinvolti in questo progetto sono in qualche modo legati da legami di conoscenza e d’amicizia con Leo o chi per lui precedenti il progetto. Anzi, come spesso capita nelle occasioni migliori, è stata proprio la frequentazione reciproca a fornire l’idea di lavorare insieme, preso atto del fatto che (per via delle leggi della fisica) un po’ di storie NON di Leo dovevano saltare fuori.

Detto fatto, alla chiamata hanno risposto i seguenti valorosi:

Ampollini & Cavalli sono una persona sola che da tempo finge bene, per questo li mettiamo tutti e due qua insieme (vedete come sono bravi? Ho scritto “tutti e due” ” sono bravi”…). I Ragguardevoli Due (eddai, ci risiamo…) ben noti ai rat-Maniaci (“r” minuscola, “M” maiuscola) erano gli unici già in possesso dell’imprimatur ortolaniano a scrivere storie del Ratto e non potevano che essere della partita. Anzi, diciamo pure le cose come stanno: hanno salvato capra e cavoli, altrimenti con la capra che le portavamo a casa, quattro storie, eccheccavolo.

Massimo Bonfatti è per Cattivik quello che Floyd Gotfredson è per Topolino (e scusate se volo basso): non l’ha inventato lui ma il personaggio che conta e che conoscono tutti è il suo. Storico allievo di Bonvi di seconda generazione (è di alcuni anni più giovane di Silver e Clod), è forse quello che oggi ne riprende maggiormente lo stile grafico, di cui è giunto a un’elaborazione molto personale pienamente maturata sulle lavoratissime pagine di “Leo Pulp”, il personaggio creato assieme a Claudio Nizzi e di cui tra poco uscirà in edicola il secondo episodio. Per “Rat-Man & Friends” Bonfatti ha dato mente, cuore, cervello, sangue e forse anche altre parti meno nobili, producendo in toto una prova assolutamente maiuscola che darà i brividi a più di un lettore. E’ nato a Modena e vive e lavora pochi chilometri fuori città, in una zona ad alta densità di borlenghi (chi non sa cosa sono può scrivermi in privato).

Giorgio Cantù. Torinese, grafico, designer, appassionatissimo di fumetti (commovente l’accoglienza che alla Torino Comics del 2001 fece all’uscita di Contratto con Dio di Will Eisner: certe cose non si dimenticano). E naturalmente autore: Giorgio è un disegnatore che innesta in maniera molto interessante le sue varie influenze, sia di animazione che strettamente fumettistiche, su uno stile accattivante e dalle stilizzazioni “simpatiche”. Ha pubblicato molto poco e per il pubblico italiano è tutto da scoprire. Disegnerà una storia firmata Ampollini & Cavalli (appena un po’ più cavallina, che ampolliniana, se vogliamo fare i pignoli). Vive e lavora in Svezia.

Claudio Onesti si fa chiamare Clod da tanto di quel tempo che se uno lo chiama Claudio lui lo guarda strano convinto che parli da solo. Siccome ci sarebbe davvero molto da dire su questo navigatissimo veterano del fumetto italiano, tanto vale che tagli corto, tanto lo spazio non c’è. Tra gli allievi storici di Bonvi (assieme a un certo Silver, tanto per non fare nomi), Clod è da anni tra le colonne di quell’autentica istituzione del fumetto italiano che è la rivista Il Giornalino e non è nuovo a crimini ortolaniani. Assieme al Nostro, ha infatti scritto e disegnato le uniche strisce esistenti delle Sturmtruppen NON firmate da Bonvi (un altro apocrifo; si vede che era destino) e in questo caso farà tutto lui, storia e disegni. Modenese D.O.C., Clod non ha mai trovato validi motivi per spostarsi e lo trovate ancora oggi incatenato al tavolo da disegno a poche centinaia di metri dalla Ghirlandina.

Donald Soffritti è un disneyano di ferro, una delle nuove colonne italiane della Disney Italia ormai da una decina d’anni. Ma è talmente bravo e veloce che, ormai, i suoi progetti non si contano più e non ci provo neppure (basti dire che lavora regolarmente e con successo per il mercato francese, e scusate se è poco). Il suo stile fluido, elegante, tecnicamente impeccabile ci fornirà una versione di Rat-Man molto personale, lontana anni luce da quella originale, eppure fedele al suo spirito. Il tutto al servizio di una storia da veri “true believers” del Rat-Universe, con apparizioni e ritorni imprevedibili e che farà scatenare i sacerdoti della continuity, firmata Ampollini & Cavalli (appena un po’ più ampolliniana che cavallina, se vogliamo fare i pignoli). Vedrete, vedrete…

Il tutto per un totale di quattro storie fuori serie, che con quella di Leo fanno cinque e che tra pochissimo (proprio pochissimo… – pensiero angosciato da editor, che fa il calcolo delle scadenze) arriveranno in edicola.
Ci vediamo là.

Andrea Plazzi